Fin dalle sue origini, il Rotary International ha sempre ritenuto di doversi interessare dei giovani e dapprima lo ha fatto favorendo scambi, istituendo borse di studio, organizzando corsi di perfezionamento professionale, contribuendo così in maniera significativa alla loro formazione. Mai, però, il Rotary International aveva pensato di costituire direttamente una vera e propria organizzazione dove i giovani potessero incontrarsi per “servire” e “divertirsi insieme” almeno fino alla fine degli anni cinquanta!
Per arrivare ad un vero e proprio sodalizio giovanile, infatti, occorre giungere al 1960, anno in cui il Presidente del R.Y. Harold T. Thomas istituì una Commissione con il fine preciso di esaminare con attenzione le attività svolte dai gruppi giovanili che nei vari paesi affiancavano l’attività dei Rotary Club.
Nel 1962 il Consiglio Centrale del Rotary International dette vita ad un programma giovani, che prese il nome di Interact, dalla combinazione delle parole “International” and “Action”, riservato ai soli ragazzi di età dai 13 ai 17 anni. I “Club Interact” vennero, soprattutto, costituiti nelle scuole e nei college.
In Italia tale movimento non venne, accolto con grande favore sia per il tipo di organizzazione scolastica, che non prevedeva una scuola full-time, sia perché non si vedeva con favore l’organizzazione di club giovanili nei quali fossero ammesse le ragazze. Anche in Francia, Germania e Belgio si manifestarono le medesime perplessità.
Ciò nonostante inziarono a sorgere circoli giovanili, denominati “Gruppi Giovani” in Italia o “Paul Harris Cercies” in Belgio e Francia, sponsorizzati di fatto da uno o più Rotary Club padrini, in cui si trovavano giovani di ambo sessi delle scuole medie superiori ed universitari, parenti o meno di rotariani. Col passar del tempo questi “Gruppi Giovani” cominciarono sempre più a chiedere un riconoscimento ufficiale, che fu, però, inizialmente negato dal Board di Evanston (Consiglio Centrale del Rotary International).
La ragione principale dell’ostilità del Board era rappresentata dal fatto che i limiti di età (30 anni) applicati in tali “Gruppi Giovani” erano troppo elevati. Inoltre si temeva che da tali “Gruppi” si potesse generare una cooptazione diretta nei Rotary Club padrini. Infine non vi era grande fiducia nel mondo giovanile in cui sempre più si avvertiva un senso di malessere sociale che avrebbe poi portato alla contestazione studentesca del 1968.
Solo nel 1966 il Consiglio Centrale del Rotary International prese in seria considerazione l’opportunità di avviare un nuovo programma di servizio rivolto a giovani professionisti e studenti universitari.
Contemporaneamente, in Italia, si formarono i “Gruppi Giovani” un’organizzazione giovanile di cui facevano parte giovani di età compresa dai 18 ai 28 anni, che per smuovere il Rotary International, si organizzarono anche fuori dai confini territoriali dei Rotary Club padrini, così dal novembre 1965 fu costituita nel distretto 188° (Toscana, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio, Roma e Sardegna) una segreteria distrettuale di coordinamento (Presidente Giorgio Bompani di Firenze). Tale struttura fu allora tollerata ma non gradita, sia dalle autorità distrettuali rotariane che da molti Rotary Club padrini.